La prima volta che mi baciò…

“La prima volta che mi baciò, baciò le dita della mano che scrive, che si fece così più liscia e bianca, restia al mondo, ma non coi suoi: “Senti?”, al brusio degli angeli. Ora io non vorrei un anello d’ ametista alla vista più puro di quel bacio. Più in alto fu il secondo bacio; cercando la fronte, si perse una metà sopra i capelli. O dono supremo! Crisma
d’amore che con benefiche dolcezze precedeva la vera ghirlanda. Il terzo fu deposto, perfetto, sulla mia bocca, e da quel giorno, superba, io ripeto: Mio amato, mio unico!”
(Barrett Browning Elizabeth)

Nell’amore non esistono regole

“Nell’amore non esistono regole. Possiamo tentare di seguire i manuali, di controllare il cuore, di avere una strategia di comportamento. Ma sono tutte cose insignificanti: decide il cuore. E quanto decide è ciò che conta. Lo abbiamo provato tutti nella vita. In qualche momento tutti abbiamo esclamato fra le lacrime: “sto soffrendo per una amore per cui non vale la pena”. Soffriamo perché pensiamo di dare più di quanto riceviamo. Soffriamo perché non riusciamo ad imporre le nostre regole. […] I veri illuminati erano pieni di gioia, perché chi ama riesce a vincere il mondo, non ha paura di perdere nulla. Il vero amore è una atto di totale abbandono.”
(Paulo Coelho)

Vi prego, quando narrerete…

“Vi prego,
Quando narrerete questi
Tragici avvenimenti,
Parlate di me quale io sono;
Non attenuate nulla,
Non scrivete nulla per malizia.
Dovrete dire allora di uno che amò
Senza saggezza ma con troppo amore,
Di uno non facile alla gelosia,
Ma che istigato,
Giunse alla follia estrema
Di un uomo la cui mano,
Come farebbe un povero indiano,
Getto via una perla più
Preziosa di tutti i suoi tesori.”

(William Shakespeare, da “Othello”)

So che ti amo

“So che ti amo quando ti vedo, lo so quando ho voglia di vederti. L’aria è ferma. Ho cominciato ad amarti senza fare un solo passo. Senza neanche un battito di ciglia. Non so neppure quando è successo. Sto bruciando. È troppo banale per te? No, e lo sai. Vedrai. È quello che capita, è quello che importa. Sto bruciando. Non mangio più, mi dimentico di mangiare, mi sembra una cosa sciocca, che non c’entra. Se ci bado. Ma non bado a niente. I miei pensieri straripano furiosi. C’è una faccia sola, l’unica che vedo, quando dormo e quando non dormo. Tu non vai bene per me, lo so, ma quello che penso non mi interessa più, a meno che non pensi a te.”
(Cathleen Schine)

Amici…

Ho amici che non sanno quanto sono miei amici.
Non percepiscono tutto l’amore che sento per loro né quanto siano necessari per me.
L’amicizia è un sentimento più nobile dell’amore. Questo fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti, mentre l’amore è imprescindibile dalla gelosia, che non ammette rivalità.
Potrei sopportare, anche se non senza dolore, la morte di tutti i miei amori, ma impazzirei se morissero tutti i miei amici!
Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici e quanto la mia vita dipenda dalla loro esistenza…
Non cerco alcuni di loro, mi basta sapere che esistono. Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita. Ma, proprio perché non li cerco con assiduità, non posso dir loro quanto io li ami. Loro non mi crederebbero.
Molti di loro, leggendo adesso questa “crônica” non sanno di essere inclusi nella sacra lista dei miei amici. Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo, anche se non lo dichiaro e non li cerco.
E a volte, quando li cerco, noto che loro non hanno la benché minima nozione di quanto mi siano necessari, di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale, perché loro fanno parte del mondo che io faticosamente ho costruito, e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la vita.
Se uno di loro morisse io diventerei storto.
Se tutti morissero io crollerei.
E’ per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita.
E mi vergogno perché questa mia preghiera è in fondo rivolta al mio proprio benessere. Essa è forse il frutto del mio egoismo.
A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro. Quando viaggio e sono di fronte a posti meravigliosi, mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel piacere…
Se qualcosa mi consuma e mi invecchia è perché la furibonda ruota della vita non mi permette di avere sempre con me, mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei amici, e soprattutto quelli che solo sospettano o forse non sapranno mai che sono miei amici.
Un amico non si fa, si riconosce. “

(Vinìcius De Moraes)

Afferro le sue mani

“Afferro le sue mani
e la stringo al mio petto.
Tento di riempire le mie braccia
della sua bellezza,
di depredare con i baci
il suo dolce sorriso,
di bere i suoi bruni sguardi
con i miei occhi.
Ma dov’è?
Chi può spremere l’azzurro dal cielo?

Cerco di afferrare la bellezza;
essa mi elude
lasciando soltanto il corpo
nelle mie mani.
Stanco e frustrato mi ritraggo.
Come può il corpo toccare
il fiore che soltanto
lo spirito riesce a sfiorare?”

(Rabindranath Tagore)

Se tu non parli

“Se tu non parli
riempirò il mio cuore del tuo silenzio
e lo sopporterò.
Resterò qui fermo ad aspettare come la notte
nella sua veglia stellata
con il capo chino a terra
paziente.

Ma arriverà il mattino
le ombre della notte svaniranno
e la tua voce
in rivoli dorati inonderà il cielo.
Allora le tue parole
nel canto
prenderanno ali
da tutti i miei nidi di uccelli
e le tue melodie
spunteranno come fiori
su tutti gli alberi della mia foresta.”

(Rabindranath Tagore)

Ricordami

“Tu ricordami quando sarò andata
lontano, nella terra del silenzio,
né più per mano mi potrai tenere,
né io potrò il saluto ricambiare.

Ricordami anche quando non potrai
giorno per giorno dirmi dei tuoi sogni:
ricorda e basta, perché a me, lo sai,
non giungerà parola né preghiera.
Pure se un po’ dovessi tu scordarmi
e dopo ricordare, non dolerti:
perché se tenebra e rovina lasciano

tracce dei miei pensieri del passato,
meglio per te sorridere e scordare
che dal ricordo essere tormentato.”

(Christina Rossetti)

E il meglio…

“E il meglio di voi sia per l’amico vostro. Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte? Cercatelo sempre nelle ore di vita. Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto. E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell’amicizia. Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.”
(Kahlil Gibran)

Se qualcuno un giorno…

“Se qualcuno un giorno bussa alla tua porta,
dicendo che è un mio emissario,
non credergli, anche se sono io;
ché il mio orgoglio vanitoso non ammette
neanche che si bussi
alla porta irreale del cielo.
Ma se, ovviamente, senza che tu senta
bussare, vai ad aprire la porta
e trovi qualcuno come in attesa
di bussare, medita un poco. Quello è
il mio emissario e me e ciò che
di disperato il mio orgoglio ammette.
Apri a chi non bussa alla tua porta.”

(Fernando Pessoa)

…ella leggeva sempre…

“[…] ella leggeva sempre queste lettere con la massima attenzione, anche quando le lettere erano due al giorno, e, dopo averle lette, le metteva, annotate e classificate, in un’apposita cassettiera; inoltre se le riponeva nel cuore. Poi, dopo aver fatto stare il suo amico per tutto il giorno senza risposta, s’incontrava con lui come se nulla fosse stato, quasi che il giorno prima non fosse accaduto proprio nulla di speciale. A poco a poco ella lo aveva ammaestrato in tal modo che anche lui non osava più ricordare i fatti del giorno prima, e si limitava a guardarla per qualche tempo negli occhi. Ma lei non dimenticava nulla […]”
(tratto da “I demonî ” di Fёdor Dostoevskij)

Se tracci col gesso…

“Se tracci col gesso una riga sul pavimento, è altrettanto difficile camminarci sopra che avanzare sulla più sottile delle funi. Eppure chiunque ci riesce tranquillamente perché non è pericoloso. Se fai finta che la fune non è altro che un disegno fatto col gesso e l’aria intorno è il pavimento, riesci a procedere sicuro su tutte le funi del mondo. Ciò che conta è tutto dentro di noi; da fuori nessuno ci può aiutare. Non essere in guerra con se stessi, vivere d’amore e d’accordo con se stessi: allora tutto diventa possibile. Non solo camminare su una fune, ma anche volare.”
(Hermann Hesse)
 

L’amore è qualcosa…

“L’amore è qualcosa di più del desiderio del rapporto sessuale; è il mezzo principale per sfuggire alla solitudine che affligge la maggior parte degli uomini e delle donne durante gran parte della loro vita. C’è una paura radicata, nella maggior parte della gente, della freddezza del mondo e della possibile crudeltà del gruppo; esiste un desiderio di affetto che viene spesso nascosto da maniere dure, rozze e prepotenti negli uomini e da continui rimproveri e lamentele da parte delle donne.”
(Bertrand Russell)

Come ti amo?

“Come ti amo? Lascia che ti annoveri i modi.
Ti amo fino agli estremi di profondità, di altura e di estensione che l’anima mia, può raggiungere, quando al di là del corporeo, tocco i confini dell’Essere e della Grazia Ideale.
Ti amo entro la sfera delle necessità quotidiane, alla luce del giorno e al lume di candela.
Ti amo liberamente, come gli uomini che lottano per
la Giustizia.
Ti amo con la stessa purezza, con cui essi rifuggono dalla lode.
Ti amo con la passione delle trascorse sofferenze, e quella che fanciulla, mettevo nella fede.
Ti amo con quell’amore che credevo, aver smarrito. Coi miei santi perduti.
Ti amo col respiro, i sorrisi, le lacrime dell’intera mia vita!
E se Dio vuole, ancor meglio, t’amerò dopo la morte.”
(Elizabeth Barrett Browning)

L’anima si sceglie…

L’anima si sceglie il proprio compagno  –
Poi – chiude la porta –
così che la maggioranza divina
non possa più turbarla –
Impassibile – vede cocchi – che si fermano
laggiù al cancello –
Impassibile – vede un Re inginocchiarsi
alla sua soglia –
Io so che – tra tantissimi –
L’anima ne sceglie uno –
Per poi sigillare – come fossero pietra –
le valve della sua attenzione.”

(Emily Dickinson)

Ma non è invece…

“Ma non è invece giusto il contrario, che un avvenimento è tanto più significativo e privilegiato quanti più casi fortuiti intervengono a determinarlo? Soltanto il caso può apparirci come un messaggio. Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto. Soltanto il caso ci parla.”
(tratto da “L’insostenibile leggerezza dell’essere” di Milan Kundera)

Quanto più invecchiavo…

Quanto più invecchiavo, quanto più insipide mi parevano le piccole soddisfazioni che la vita mi dava, tanto più chiaramente comprendevo dove andasse cercata la fonte delle gioie della vita. Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto, e sempre più mi parve di capire ciò che da valore e piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire. Ovunque scorgessi sulla terra qualcosa che si potesse chiamare “felicità”, consisteva di sensazioni. Il denaro non era niente, il potere non era niente. Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici. La bellezza non era niente: si vedevano uomini belli e donne belle che erano infelici nonostante la loro bellezza. Anche la salute non aveva un gran peso; ognuno aveva la salute che si sentiva, c’erano malati pieni di voglia di vivere che fiorivano fino a poco prima della fine e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza. Ma la felicità era ovunque una persona avesse forti sentimenti e vivesse per loro, non li scacciasse, non facesse loro violenza, ma li coltivasse e ne traesse godimento. La bellezza non appagava chi la possedeva, ma chi sapeva amarla e adorarla.C’erano moltissimi sentimenti, all’apparenza, ma in fondo erano una cosa sola. Si può dare al sentimento il nome di volontà, o qualsiasi altro. Io lo chiamo amore. La felicità è amore, nient’altro. Felice è chi sa amare. Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita. Ma amare e desiderare non è la stessa cosa. L’amore è desiderio fattosi saggio; l’amore non vuole avere; vuole soltanto amare. Perciò era felice il filosofo che cullava il suo amore per il mondo in una rete di pensieri, che sempre e sempre riavvolgeva il mondo nella sua rete d’amore. Ma io non ero il filosofo.Neppure sulle vie della morale e della virtù avrei potuto raggiungere la felicità. Sapendo che soltanto la virtù che sento dentro di me, che invento e custodisco dentro di me, può rendermi felice, come avrei potuto appropriarmi di una virtù a me estranea?”
(tratto da “Sull’amore” Hermann Hesse)

Non voglio raccontare…

“Non voglio raccontare storie d’amore. Una volta ho avuto un’amante, per alcuni mesi, e occasionalmente ho afferrato al volo, quasi senza volerlo, un bacio e uno sguardo e una notte d’amore, ma quando ho veramente amato è stato sempre infelicemente. E se ci penso bene, le sofferenze di un amore senza speranza, l’angoscia e l’incertezza e le notti insonni, in fondo sono state molto più belle di tutti i piccoli colpi di fortuna, di tutti i piccoli successi.”
(Hermann Hesse)

Amore non è…

“Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l’altro s’allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.”
(William Shakespeare)